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mercoledì 11 gennaio 2012

A proposito di Cavazzano...




In occasione della pubblicazione di un numero celebrativo di Giorgio Cavazzano sulla collana I MAESTRI DISNEY, mi fu chiesto di scrivere un pezzo su di lui, relativo alla storia "TOPOLINO E GLI INCONTRI FALSIFICATI ... DAL SOLITO TIPO". Era una storia vecc...pardon, anziana di circa vent’anni.  E’ logico che  dopo tanto tempo  i ricordi non fossero più tanto freschi, stratificati sotto il peso di centinaia di altre storie, ossidati da  mille altri avvenimenti, figli, traslochi,  visioni, ecc.  Quelle vignette sono diventate storia, ormai...anzi, preistoria, in un mondo che gira alla velocità di un videogioco, e per essere ricordate  e magari svelate nel loro significato più nascosto è ormai inutile rivolgersi agli autori.

Così, invece di scriverne io, feci di meglio: mi rivolsi ad un giornalista mio amico, tale Giorpez Pezgio (un serbo-croato abitante in Bulgaria e con i nonni uszbechi), che aveva svolto una interessante ricerca sulle origini del famoso disegnatore veneto e sulle nostre prime imprese fumettistiche.
In particolare, GiorPez aveva intervistato il prof. Stempher A. Matitievich, docente di  Semantica del Fumetto e  di Paleosceneggiatura all’università di  Cambridge, ricavandone un articolo rivelatore e gonfio di notizie.
Ecco che ve lo riporto pari pari, come a suo tempo è stato pubblicato sul numero 13  de I MAESTRI DISNEY.
In verità parla di cose che io stesso avevo dimenticato...

****

Dal nostro inviato Giorpez  Pezgio:

Professor Matitievich, lei ha studiato a  lungo il sito  fumettologico dove Cavazzano  ha realizzato molte delle sue storie giovanili. Cosa ha scoperto?


Well! Com’è noto il Cavazzano ha a lungo operato in una zona  palafitticola dell’entroterra veneziano. Un quartiere popolare poco lontano dall’abitazione del Pezzin con il quale, proprio per questo, aveva frequenti contatti  socio-culturali. La  storia  in questione risale proprio a quel periodo che, da  quanto abbiamo scoperto, è stato uno dei più fecondi.


Da cosa lo arguisce?


Well! Lo strato di grafite nel quale sono incastonati i reperti è molto spesso.  Analizzandone un campione al microscopio elettronico abbiamo appurato che la grafite proviene da mine di matita di tipo economico (Cavazzano non guadagnava molto allora) di  grosso spessore e a  punta arrotondata.  Il segno  che ne derivava appariva sbiadito, poco inciso, adatto a schizzare la vignetta  con molti segni sottili  che  si sovrapponevano. Poi,  l’autore cancellava quasi tutto e ripassava, sempre con la stessa matita,  il segno finale che aveva scelto tra tutti , creando la versione definitiva della vignetta, molto dettagliata, pronta per il ripasso a china.

Nello strato  sono presenti anche grossi depositi di gomma pane in piccoli granuli o frammenti. Ma non pensiamo che Cavazzano la mangiasse. Ritengo piuttosto che proprio con la gomma pane lui cancellasse gran parte del disegno abbozzato, per poi ripassarlo come abbiamo detto.


E cos’altro ha scoperto? Ci sono stati altri reperti?  Le moderne tecniche di indagine consentono di dedurre molti altri particolari, vero?


Well!  Certamente. Lo spessore dello strato , così elevato, indica che l’attività disegnatoria di Cavazzano era  quasi parossistica. Tre, quattro tavole al giorno...forse anche di più. In alcune anfratti abbiamo trovato documenti dell’epoca con tracce di marche da bollo fossili..forse c’era un mutuo da pagare, o un’auto nuova. O semplicemente il desiderio di fare una vita migliore e di  trovare quel successo che il giovane autore sapeva di meritare.


Cavazzano lavorava da solo? Chi frequentava? Avrete trovato qualche traccia di esseri simili a lui?


Well! Certamente sì!  Abbiamo trovato un telefono  che, seppur primitivo, consentiva al Cavazzano di mantenere quei contatti socio-culturali che sono stati così importanti per la sua successiva evoluzione. Non dimentichiamo che il Veneto è ed è stata terra di fumettari molto prolifica.
Dalle impronte ritrovate e dall’esame del DNA sui numerosi mozziconi di sigaretta sappiamo che Cavazzano si incontrava con Paolo Ongaro, i fratelli Missaglia, Luciano Gatto, Bruno Maraffa, tutti autori di genere “avventuroso” perchè si sa che già da allora Cavazzano desiderava tentare anche nuovi generi.   E  poi col Pezzin, che però non fumava, e per quale abbiamo dovuto studiare altri indizi.


Quali esattamente?


Tracce di  pagine dattiloscritte. Alcune si sono perfettamente conservate e sono ancora leggibili. Ma soprattutto saliva, schizzi di saliva che, dall’esame del DNA,  appartenevano certamente al  Pezzin e  poi allo stesso Cavazzano, sovrapposte e  mischiate tra loro in modo casuale.


Non fa un po’ schifo? Cosa significa, esattamente?


Well! Ma che ridevano, naturalmente! Ridevano a crepapelle, soprattutto il Cavazzano che, com’è noto, non sa proprio trattenersi.  I due, durante i loro abituali incontri per discutere di nuove storie da realizzare, utilizzavano quella che dagli studiosi del fumetto viene definita la tecnica del ”...Continua tu, che mi vien da ridere!”


In pratica Pezzin sparava un’idea assurda  delle sue, che veniva subito afferrata dal Cavazzano e rigirata. Pezzin la riprendeva  ingigantendola e poi la ripassava a Cavazzano, mentre i due si divertivano sempre di più sghignazzando in modo vergognoso. Alla fine, quando la storia e le varie gags  erano definite, i due dovevano essere veramente esausti, oltre che con la bocca asciutta. Sembra che questo modo  di fare venisse praticato ovunque, soprattutto in treno quando i due raggiungevano Milano dove andavano in giro a proporre i loro personaggi.


Le cronache riferiscono che, in uno scompartimento ferroviario utilizzato dai due, alla fine del viaggio ridessero tutti come matti fino alle lacrime, compreso il controllore che, scosso dai singulti, obliterò per errore  il seno di una turista inglese (e che poi in seguito sposò).  


E della storia di oggi, cosa ha scoperto?


Gli  "Incontri falsificati dal solito tipo” è una tipica storia del periodo. Com’è noto Pezzin si è sempre ispirato a fatti di attualità e allora era l’epoca del famoso film di Spielberg. Pezzin riprese l’idea nel titolo  per poi  creare una storia  adeguata ai personaggi Disney.  Tra l’altro, ciò dimostra che i due lavoravano indifferentemente sia con i topi sia con i paperi.


In definitiva, che conclusioni può trarre dall’analisi del sito in questione?


Well! Come ho già detto,  la quantità enorme di grafite, i mozziconi di sigaretta, le incrostazioni di gomma pane insieme a note sparse di radio locali, frammenti di sceneggiature,  i numerosi cocci di trame  comiche e avventurose dimostrano che il sito fu molto frequentato e appartiene al periodo creativo più virulento di Cavazzano e di chi collaborava con lui. Sono nati in quegli anni anche i personaggi non Disney della coppia Pezzin e Cavazzano, come  Smalto e Jonny, Walkie e Talkie, capitan Rogers e altri.


E’ tutto mescolato  e l’analisi stratigrafica non è facile, ma possiamo dire che in quel periodo Cavazzano  costruì con  ossessiva determinazione la sua  fantastica abilità  di disegnatore e cominciò  ad annodare quella rete di rapporti con  altri artisti che lo hanno reso noto in tutto il mondo fumettistico allora conosciuto.                                                                                                            



Ci credereste? A questo punto l'amica Lidia Cannatella, che cura con grande passione la serie di Maestri Disney, mi ha telefonato spazientita (anzi, pure un po' incazzata!) dicendomi:

Pezzin, ma che cavolo di articolo mi hai mandato? Non ce la fai proprio a stare serio?

Ebbene, no! Ho provato di tutto,  terapie di gruppo, messe nere, sciamanesimo, riti wodoo  e cura dei dodici limoni, ma non è servito a niente. I medici dicono che è proprio dentro i miei cromosomi, quando riescono a vederli, perchè spesso si nascondono facendo finta di essere dei normali  bastoncini di pesce. In ogni caso, se riesco a smettere, voglio  diventare un vero ingegnere severo e muscoloso.
Di quelli che costruiscono i  ponti di Messina di corallo,  per intenderci, o  qualche tipo di spiaggia sovrapposta, o magari una macchina del tempo, o una fattoria orbitale, o che raddrizzano la torre di Pisa, o che brevettano le vacanze in scatole, o il commercio dell’aria pura.

Insomma, cose veramente serie, finalmente!

Sinceramente Vostro, G. Pezzin

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