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sabato 13 dicembre 2014

Un risultato importante

Filippo Zambello è uno degli amici con i quali avevo intrapreso un corso di scrittura creativa, tempo fa. Un giovane appassionato di scrittura che non aveva bisogno di grandi insegnamenti perché già aveva, a mio parere, una capacità di scrittura praticamente completa. L'unico mio merito, con lui, è stato di spingerlo a continuare quando era un po' demoralizzato per la misera situazione del nostro mercato editoriale e per le proposte indecenti che i nostri Editori fanno agli esordienti (sempre che li stiano ad ascoltare).
Ma anch'io lo sono eppure insisto e continuo perché, non dimentichiamolo, non si scrive per avere dei lettori, ma principalmente per noi stessi. Filippo ha stretto i denti e adesso arriva una prima soddisfazione.

Infatti ecco che uno dei suoi racconti è stato inserito dal sito "Storie Brevi", una estensione del "Il Mio libro" di Repubblica, tra i migliori racconti brevi del 2014, pubblicati in un ebook e in vendita presso Amazon. Eccolo qua




Ecco alcune righe del racconto breve di Filippo. Ne ha scritti altri di molto belli e spero che prima o poi potremo pubblicare una bella raccolta dedicata tutta a lui. Sto infatti organizzandomi per pubblicare anche in cartaceo (occorre trovare il modo di farlo a costi ragionevoli) e allora il cerchio sarà completo.

*

L’unica cosa che amo
di Filippo Zambello

Cara Eleonora,
vorrei raccontarti un sacco di cose. Vorrei dirti di quando sono nata, di quanto rumore c’era, di quante braccia avevo intorno, di come mi sono formata poco alla volta. E ancora di quando ci hanno sistemate tutte assieme nello stesso po­sto, tutte uguali, tutte con un cartellino al polso sinistro. Sul mio c’era scritto “Rosy”. Vorrei parlarti di Emma e dei suoi genitori. Erano così belli la sua mamma e il suo papà, e la loro bellezza era pari alla loro ferocia. Si stuzzi­cavano di continuo, litigavano sempre, arrivan­do persino alle mani. E la loro indole battagliera l’avevano passata alla figlia, che mi sbatacchiava a destra e a sinistra, mi tirava i capelli, mi pizzi­cava braccia e gambe. Insomma, mi trattava come un oggetto senz’anima. 
Cara Eleonora, vorrei raccontarti di quando Emma mi dimenticò al cinema. Fu per me la salvezza. Restai lì tutta la notte, al buio, in un angolo, con gli occhi serrati per la paura. Il mat­tino seguente una gentilissima signora, tua ma­dre, mi trovò e mi portò con sé. Mi portò a te, il mio grande e unico amore. Vorrei poterti esprimere apertamente la mia gratitudine per ciò che mi hai insegnato, vorrei poterti dire che tu e tua mamma mi avete insegnato le emozioni...


Filippo Zambello