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lunedì 28 maggio 2012

Mi è avanzato un soggetto...

Rovistando tra i file, ho trovato l'ultimo soggetto che avevo inviato alla Disney, in occasione del mio ritorno nel giugno 2011. Purtroppo, da allora, non sono riuscito ad avere una risposta definitiva dalla redazione, per cui ho pensato che forse era un modo garbato per dirmi di no. Così ho preferito togliere il disturbo e cessare definitivamente i miei rapporti con la Disney. Se uno in dieci  mesi non trova il tempo di rispondere ad una e-mail, vuol dire che proprio non gli siete simpatico, non credete?

Però il soggetto l'avevo scritto e mi è rimasto nel cassetto. Così, visto che diversi appassionati di fumetto mi scrivono per sapere come si scrive un soggetto, lo pubblico come esempio. In effetti, a volte si impara di più dalle cose che vanno male, piuttosto che quelle in cui va tutto bene.

Come spiego nell'introduzione, allegata al soggetto e inviata con quello alla redazione, l'idea era quella di creare una piccola serie di storie di fantascienza che avrebbero preso in giro film famosi del genere, utilizzando i personaggi Disney "marziani". Per esempio il famoso STARSHIP TROOPERS, proprio della Disney. Ve li immaginate i paperi negli avveniristici costumi di una saga spaziale, con le situazioni cazzute e un po' paranoiche tipiche del film? Ma poi avremmo potuto saccheggiare altre famose saghe spaziali, da STAR WARS a  2001, a STAR TREK.



Alla fine arrivo anche ad ipotizzare, svolgendosi queste "cronache papero-marziane" in un lontanissimo passato in cui Marte era ancora abitato, che i terrestri (o almeno, i paperi terrestri) siano addirittura i discendenti di quei paperi astronauti e frequentatori del cosmo, caduti poi irrimediabilmente sulla terra in epoche primordiali, esportando quaggiù se non la loro civiltà, almeno le loro conoscenze, dando l'avvio alla nostra evoluzione.

Insomma, nell'esempio si vede come talvolta è necessario pensare i propri soggetti in termini un po' più ampi di una singola storia, ipotizzando di poter creare un seguito proprio se la prima della serie avesse successo.
Quello di crearsi un futuro, insomma, va preparato nel passato.

Tuttavia, come dicevo, la storia non è stata accettata ( o meglio, non è stata definitivamente accettata) per cui non se ne farà nulla. Però secondo me è carina e poteva funzionare e questo è un esempio di come funziona il nostro lavoro. Non sempre quello che piace all'Autore piace alla redazione, ma comunque occorre sempre presentare qualcosa di completo e ben confezionato. Se poi sarà lavoro inutile e non pagato, peggio per noi. E' comunque un fatto da sapere e da accettare, se volete mettervi a fare questo mestiere.
Ovviamente, però, in questo caso il soggetto è e resta mio e sarò libero di usarlo per un'altra storia (con altri personaggi, ovviamente, e nessun altro lo potrà utilizzare). Intanto, se vi interessa, leggetevelo in questa pagina, come se fosse un raccontino breve ma intenso.



martedì 22 maggio 2012

Dati di vendita dei giornali italiani

Credo sia utile fornire il link ad un sito molto utile per tutti quelli che si interessano di fumetto e di editoria in generale. Su primaonline.it  potete trovare i dati di vendita (aggiornati a febbraio 2012)  dei principali quotidiani, settimanali (tra cui Topolino) e mensili, che aderiscono al servizio di accertamento e diffusione stampa.
Si possono scaricare dei file in excel che forniscono i dati comparati con l'anno precedente.
E' tutto in calo a causa della crisi, ovviamente. Ma bisogna darsi da fare per risalire.



Invece per sapere come va nelle librerie, è utile questo articolo di Repubblica.



sabato 19 maggio 2012

Paperinik e le tasse rapinatorie - Doverosa precisazione

Con mia grande soddisfazione, in questi giorni sta girando per il web la citazione di una mia storia : Paperinik e le tasse rapinatorie, pubblicata su Topolino n. 1956 del maggio 1993 e disegnata dall'ottimo Corrado Mastantuono.
Ringrazio tutti quelli che me l'hanno segnalata e hanno contribuito a diffondere il suo messaggio.
La storia mostra una grossa analogia con quello che accade ai giorni nostri: dovendo recuperare attraverso il fisco il denaro necessario al funzionamento del Comune di Paperopoli ( e anche quello necessario ai suoi privilegi, in particolare la nuova moquette del suo studio) il Sindaco non ha il coraggio di rivolgersi direttamente ai cittadini e così ha l'idea di rivolgersi ad un gruppo di TECNICI che dovranno spremere la gente al suo posto, prendendosi tutta l'impopolarità.





Vengono quindi assoldati tre esperti fiscali internazionali particolarmente feroci: Anatoly Spremitaskin,
John Mac Impost e Sergey Usurayovich. La banda Bassotti, però, intercetta i tre in arrivo all'aeroporto e si sostituisce a loro, forti del fatto che nessuno li conosce di persona.
Presentandosi quindi al sindaco travestiti da esperti, i tre bassotti cominciano a spremere i paperopolesi con tasse di ogni tipo (sull'età, sulle vacanze, sul calore aggiunto, sulle tasse pagate, ecc.) con l'idea di rapinare legalmente i paperopolesi e poi, alla fine, scappare con il malloppo.
L'intervento di Paperinik (che rischia di venir tassato sulla refurtiva recuperata) risolve il caso e smaschera i bassotti che, comunque, stavano soccombendo ad una rivolta dei cittadini esasperati.
Alla fine i tre esperti fiscali liberati da Paperinik, rendendosi conto di non poter spremere più di tanto i cittadini,  se la prenderanno proprio con lui colpendolo con una tassa sulle imprese eroiche.
In fondo essere un eroe mascherato è un privilegio... quindi perchè no?
Una storia tutto sommato simpatica, disegnata molto bene da Mastantuono (non era facile; ci sono molte scene di massa, molti personaggi secondari, molte vignette complicate) che quindi oggi scriverei tecnicamente in modo diverso ma anche con un contenuto molto più cattivo.

Precisazioni
Dai commenti che leggo in rete, però, mi accorgo che è necessaria una precisazione per chi non è esperto di cose Disney: queste storie NON sono ispirate da Disney o dalla dirigenza Disney in generale. Sono create e inventate esclusivamente dagli autori italiani della Disney che le propongono di loro iniziativa alla Direzione e vengono pagati solo se sono accettate e pubblicate. La precarietà nel mondo del fumetto è sempre stata totale e quello che dico vale per me e anche per tutti i miei colleghi che hanno lavorato per anni creando la fama del Topolino.

Addirittura spesso occorre insistere perchè certe storie vengano approvate e pubblicate senza eccessive modifiche. Quindi quando hanno successo e vengono apprezzate dal pubblico, il merito è in gran parte degli autori e poi, eventualmente, del direttore che a suo tempo l'aveva approvata. In questo caso si tratta di Gaudenzio Capelli, uno dei migliori Direttori che abbia avuto il Topolino e che aveva sempre come primo obiettivo quello di valorizzare e mettere a proprio agio gli autori.

(Sembrerebbe una cosa ovvia per uno che "dirige". Invece sappiamo tutti come nei luoghi di lavoro la prima occupazione dei capi sembri quella di rompere i c.......i a quelli che lavorano, quasi per far loro dispetto. In realtà sappiamo tutti che, essendo molti capi inutili se non dannosi e spesso messi al loro posto solo da raccomandazioni o altri sordidi motivi, le loro angherie servono solo a far notare la loro presenza e a giustificare a se stessi il loro stipendio. Infatti spesso, quando se ne vanno o vengono cacciati o comunque il loro ufficio viene chiuso, non se ne accorge nessuno e magari l'azienda va pure meglio.)

A proposito di insistenze posso citare un caso esemplare capitato proprio a me: nel settembre 2002 sul Topolino n. 2440 venne pubblicata la mia storia " ZIo Paperone e la New economy" dove prendevo in giro  e soprattutto spiegavo, in chiave paperopolese, la famosa bolla di internet che, dopo una crescita prodigiosa in borsa per il miraggio delle nuove tecnologie, scoppiò con gran fragore mettendo molti col sedere per terra.
(La storia in breve: Paperone è spiazzato dall'ascesa dei nuovi ricchi, ragazzini prodigio dell'informatica, che nei loro garage hanno creato imperi miliardari con le nuove tecnologie. Così, aiutato dai nipotini che gli spiegano come va il mondo, si lancia anche lui nelle dot.com creando siti di e-commerce e finanziando ogni sorta di start-up creando traffico internet a manetta. Rockerduk lo segue per non essere da meno. Ma presto Paperone si accorge che il traffico non è tutto e che queste imprese virtuali sono in realtà bolle d'aria senza sostanza. Così, prima che tutto crolli, Paperone torna alle cose reali di una volta, dando a internet il suo giusto valore di nuovo mezzo di informazione, cioè di "mezzo" piuttosto che di "fine" e lasciando la patata bollente in mano a Rockerduck.)

Ebbene la storia ebbe un grande successo tanto da venire citata da diversi quotidiani tra i quali la testata Il Resto del Carlino , con un bell'articolo di Antonio Grimaldi del 3 settembre 2002.
In quell'articolo l'allora direttrice Claretta Muci dichiarò:

«Fa parte della nostra linea editoriale scegliere delle storie attuali, che insegnino qualcosa ai più piccoli e magari chiariscano determinati concetti agli adulti. La storia sceneggiata da Pezzin, che è un esperto di Internet, ne è un tipico esempio, ma già in passato avevamo affrontato tematiche economiche e tecnologiche, dal mondo della posta elettronica alla diffusione dell'euro. E sicuramente non ci fermeremo qui».

Ebbene, Claretta Muci in realtà non voleva farmi scrivere quella storia e io dovetti insistere perchè lo facesse, convincendola che era un argomento attuale e interessante. Lei finalmente si lasciò convincere e più tardi mi girò una mail di una collega dirigente di Topolino che le aveva confessato di aver capito finalmente cos'era stata questa new economy proprio grazie alla storia di Topolino.
Così va il mondo.

Seconda precisazione.
Alla fine della storia sulle tasse rapinatorie, Paperinik, che aveva salvato la situazione, finisce tartassato a sua volta. Lo stesso succederà a Monti, credo, anche se grazie al nostro Presidente, potrà godersi la pensione da senatore a vita, scrivere libri che potrà presentare e pubblicizzare nella nostra TV pubblica e partecipare (a gettone) a migliaia di talk show e tavole rotonde, quadre e triangolari gestite dal Grande Giornalista di turno, strapagato e Scrittore lui stesso.
Il mondo del fumetto è una cosa diversa, naturalmente. Lì decine di bravi autori amati dal loro pubblico possono venire cacciati senza spiegazioni (e senza preavviso alcuno, semplicemente non chiamandoli più o non rispondendo alle loro email, anche dopo anni, decenni di collaborazione) e ovviamente senza soldi, senza esodi, cassa integrazione, liquidazioni, aiutini vari, senza lavoro e senza neanche una parola, tanto da spingerne molti alla depressione e qualcuno, forse, anche al suicidio.
Aah, il magico mondo del fumetto!


E' fatta! Finalmente è ... simplicissimus.

Come avete visto ho trovato un altro servizio che consente l'autopubblicazione  in modo semplice ed efficace: è quello fornito da Simplicissimus Book Farm Srl, attraverso il sito sbfnarcissus.it.
Questi canali di autopubblicazione certamente hanno pregi e difetti (e ne parlerò man mano che me ne farò esperienza) ma questo ha soprattutto la qualità di essere tutto italiano, di essere a Loreto, nelle Marche (ma con un ufficio commerciale a Milano) e di essere  ben raggiungibile per email e telefono, se serve, cosa che non si può dire di Lulu con cui è sempre farraginoso dialogare.
Ecco quindi come funziona, tenendo conto che, comunque, Narcissus non impone nessuna esclusiva e quindi quello che pubblicate qui potete pubblicarlo anche altrove, di fatto moltiplicando la vostra visibilità.



La procedura è molto simile a quella attraverso Lulu, ma per alcuni aspetti anche più semplice.
Ci si iscrive al sito e subito si può accedere all'area di pubblicazione, dove è possibile caricare i propri file in PDF o in formato Epub.
Si inserisce il titolo e una breve descrizione del libro, ecc., secondo quando indicato sul modulo di caricamento...



Se si inserisce un Epub, questo deve essere validato, nel senso che deve essere verificata la sua corrispondenza allo standard internazionale e quindi sia leggibile dalla maggior parte dei dispositivi.
Se non siamo in grado di fornire un Epub valido, Narcissus può perfezionarlo per noi con un costo di
0,60 Euro per cartella.
Se si carica un PDF, invece, lo si può fare direttamente senza problemi.
Poi si carica l'immagine della copertina.
(A questo proposito, notare che sugli scaffali le copertine sono in orientamento classico verticale - dimensioni immagine 800x600 - mentre nel mio caso i PDF sono ad orientamento orizzontale. Occorre quindi caricare il PDF orizzontale, ma anche una copertina verticale che sarà quella che apparirà sullo scaffale. Altrimenti, se la copertina fosse orizzontale come il PDF, sullo scaffale apparirebbe tagliata, con un brutto effetto per chi deve sceglierla e acquistare il prodotto.
Io all'inizio avevo sbagliato, ma Narcissus è stato veloce a sostituire le copertine che io avevo prontamente modificato, e tutto si è risolto in fretta.)

Continuando la procedura di pubblicazione ci si fa assegnare un numero ISBN italiano (acquistandolo per 4 Euro) oppure se ne carica uno che già si possiede (se lo abbiamo comprato per esempio sul sito isbn.it , dove però costano 10 Euro cadauno, acquistandone almeno dieci alla volta).

La procedura è mediata dalla redazione di Narcissus, nel senso che, una volta caricato i files che vogliamo pubblicare, questi devono essere processati, cioè verificati e completati da Narcissus (che nel caso dei miei PDF, senza protezione, ha inserito semplicemente una pagina in coda che indica il nome del possessore (un ex-libris, insomma).

Alla fine del processo, Narcissus mi avverte che posso pubblicare il file dopo aver scelto il prezzo.
L'autore dispone di un pannello di controllo dal quale può in ogni momento modificare i dati relativi al file pubblicato: descrizione, prezzo, ecc. senza necessità di pubblicare una riedizione.




Insomma è semplicissimus e chiunque può iscriversi e verificarlo facilmente.
Dopo la pubblicazione il libro appare sugli scaffali del sito. Se viene venduto, sul pannello di controllo appare un grafico con gli andamenti delle vendite (uno per titolo - la cosa è un po' macchinosa se uno ha molti titoli). Ogni fine mese però Narcissus emetterà un report riepilogativo con il dettaglio delle vendite per i vari ebook e sui diversi market collegati,  con la cifra che spetta all'autore.

La quale corrisponde al 60% del prezzo di copertina. Narcissus, cioè, trattiene per sè in cambio del servizio, il 40% che però è comprensivo della percentuale che Narcissus stessa cede ad altri rivenditori che vendono il libro sul loro market.
Come su Lulu, occorre tener presente che la percentuale che cediamo al "Pubblicatore" copre non solo le spese per la gestione del pagamento da parte del lettore, ma anche la funzione di sostituto d'imposta, il che ci esime dall'aprire una partita IVA come dovrebbe essere nel caso che vendessimo noi direttamente, da un nostro sito, gli stessi prodotti.
Inoltre si usufruisce indubbiamente di maggiore visibilità perchè, come dicevo prima, pubblicando su Narcissus, non si vende il libro solo da loro, ma anche su tutti i siti - librerie online che sono collegati alla loro rete.
Ecco qui un elenco temporaneo (nel senso che crescerà con il tempo) :




  • Amazon Kindle Store
  • Apple IBook Store
  • Biblet Store
  • BOL
  • ebook
  • Edizioni Il Punto D’Incontro
  • IBS
  • Il Giardino Dei Libri
  • LaFeltrinelli
  • MediaWorld
  • Ultima Books
  • 9am
  • DEAStore
  • libreriauniversitaria
  • webster
  • libreriarizzoli
  • bookrepublic
  • ebookizzati
  • librisalus
  • libreriafantasy
  • thefirstclub
  • ebookvanilla
  • omniabook
  • ebookgratis
  • SubMarino
  • unilibro


  • C'è da dire che per essere pubblicati automaticamente anche su Apple Store o su Amazon Kindle Store i libri devono essere in Epub, ma, come dicevo, è possibile convertirli attraverso un servizio a pagamento della stessa Narcisssus.

    Su un prossimo Post altre considerazioni su Narcissus e altri  siti di Self Publishing.

    venerdì 18 maggio 2012

    ROBIN e MARY - Grandi Avventure: Il castello degli orrori.

    E' il terzo episodio della serie e, secondo me, una delle storie più simpatiche, dove mi sono divertito a ricreare molte delle tipiche situazioni horror: l'oggetto maledetto; la vecchia locanda abitata dal servo del Male; la famiglia di vampiri, lo scienziato pazzo, la banda di banditi deficienti  alle prese con orrori peggiori di loro.


    Il castello della famiglia Drakulia, la quale famiglia è visibile qui sotto.
    E' chiaro che tra di loro... non scorre buon sangue! Eh! Eh!



    Da sinistra, la suocera di Drakulia, la contessa Asfizia di Sassonia; poi il conte Drakulia
    la moglie Viperja e la figlia Rospja, che vedremo sposata con il professor Frakkestain.


    L'arrivo dei nostri eroi alla taverna maledetta, nei pressi del castello...


    La Banda Volponi è sulle tracce dei nostri per rubare lo scettro maledetto
    e ovviamente incontra i terribili lupi transilvani...


    ... finendo per esplorare luoghi innominabili ed oscure presenze.

    Insomma, una storia da leggere tutta d'un fiato, soli in una stanza isolata e a notte fonda. Se poi va via la luce e dobbiamo leggere a lume di candela, ancora meglio!