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venerdì 14 settembre 2012

L'Editore che vorrei


Ormai è noto il mio favore per l'autopubblicazione che ho intenzione di perseguire con determinazione. Tuttavia non voglio dare l'idea di essere del tutto contrario agli Editori. Voglio anzi citare alcuni buoni esempi e fare anche delle proposte, perchè sono convinto che tutte le critiche debbano essere costruttive e per dar loro maggior forza e credibilità sia necessario appunto proporre delle alternative.


Un Editore che vorrei è, per esempio, Bonelli Editore.
Da mia esperienza personale, anche se un po' datata, tutti gli autori sono collaboratori esterni, ma Bonelli versa buoni compensi ai suoi autori ai quali richiede una sorta di esclusiva in cambio però di una costante offerta di lavoro che consente a molti di vivere agevolmente. Attualmente le cose sono un po' cambiate a causa della crisi, ma Bonelli si è comunque sempre molto preoccupato di “sistemare gli autori”, redistribuendo le risorse e, a volte, inventando anche delle testate al solo scopo di tenerli occupati, magari in attesa di tempi migliori. In redazione sono sempre stati gentili e disponibili e con me, che ero giovincello e ingenuo, il buon Decio Canzio è stato addirittura “paterno”. Ho un grande e bellissimo ricordo di quegli anni!
Alcuni autori possono mettersi insieme e proporre una serie: se Bonelli la ritiene buona la fa propria stabilendo un compenso fin dall'inizio per gli autori e organizzando la produzione in grande stile, magari affiancando altri autori se necessario per poter alimentare una pubblicazione regolare e cadenzata. E' successo così, per esempio e ai miei tempi, per Dylan Dog di Sclavi e per Martin Mystere di Castelli. La serie rimane in titolo agli autori originari che possono “subappaltare” disegni o sceneggiature ad altri, mantenendone il controllo e percependo una parte dei compensi che dividono con i “subappaltatori”.
In caso di ripubblicazione, ai miei tempi (e credo anche adesso) Bonelli pagava come diritti d'autore una notevole percentuale del compenso pagato all'origine per la prima produzione. Anche qui ho ottimi ricordi.

I difetti di Bonelli, a mio parere, sono: La produzione limitata come genere che continua a previlegiare un certo tipo di pubblico affezionato. Se uno non è nelle corde di tale produzione è meglio
non farsi avanti. D'altra parte tentativi in altre direzioni non hanno avuto successo e la crisi del settore ora consiglia molta prudenza.
A causa della crisi molte testate sono state chiuse e il lavoro disponibile ridistribuito tra gli autori già acquisiti, per cui c'è poco spazio per nuove entrate. Lo schema delle storie e della pagina è rigido; è ancora tutto in bianco e nero e l'argomento digitale è ancora tutto da esplorare. Inoltre il buon Sergio Bonelli non c'è più e molti equilibri interni alla casa editrice (che ormai è molto grande e complessa) sono da ricostruire.

Apple è un altro Editore che vorrei.
Iscrivendosi al programma Developer e pagando circa 70 euro all'anno, si possono scaricare circa 4,5 Gb di programmi e manuali necessari e sufficienti per programmare applicazioni per Mac, iPad e iPhone. Le istruzioni e la manualistica (in inglese) gratuiti a disposizione degli autori-programmatori è impressionante. Inoltre si ha diritto all'Hosting dei propri prodotti sui server di iTunes, il market predisposto da Apple per vendere i prodotti di tutti su tutti i mercati del mondo. Per chi scrivesse musica e componesse canzoni, iTunes vende anche i loro dischi, ovviamente.
Chiunque può farsi avanti e l'ingresso nel sistema Apple è immediato e tutto online. non serve essere parenti di qualcuno o farsi “presentare” da qualcun altro.
Certo bisogna imparare e darsi da fare, ma ultimamente Apple ha anche messo a disposizione degli autori un programma gratuito, iBooks Author, che consente di creare facilmente un libro digitale illustrato e di diffonderlo. Per usarlo occorre avere un Mac aggiornato a Lion.
Su ogni app venduta, Apple versa circa il 70% all'autore e trattiene per sé il 30% che però comprende le spese per la gestione dei pagamenti, anzi dei micropagamenti, che com'è intuibile sarebbero antieconomici per chiunque agisse da solo.
Tanto per fare un esempio, per transazioni tra 0 e 2500 euro, Paypal vuole il 3,5% dell'importo più 0,35 Euro fissi.
Cioè su una vendita di un libro a 0,99 Euro la percentuale da versare a Paypal (che, sia chiaro, fornisce secondo me un ottimo servizio) sarebbe di 0,35 (fissi) + 0,034, cioè 0,384 Euro che rappresenta quindi quasi il 39% del prezzo di vendita.
(Dai famosi 0,99 euro poi dovremmo togliere il 21% di IVA.)

Si capisce quindi che Apple, con il suo 30% è più che onesta, se pensiamo che in esso è compreso, oltre che la gestione del pagamento, appunto, anche la gestione dei mostruosi server (ultimo investimento 1 miliardo di dollari) necessari per alimentare iTunes.
Inoltre non è che Apple pubblica e basta. Il suo personale controlla e verifica ogni prodotto e, se è il caso (a me è successo) indica con dettagliate email le cose da fare per rimediare agli errori. Qualcuno dice che questa “ingerenza” di Apple è negativa. A me pare tutto sommato ragionevole e necessaria per mantenere una produzione di qualità e una linea editoriale coerente con quanto promesso.

I difetti di Apple, secondo me, sono i seguenti:
L'Apple Store è enorme e contiene ormai centinaia di migliaia di prodotti (Applicazioni, Ebook, Canzoni, Audiolibri, ecc.). Inoltre lo store è , secondo me, indicizzato male ed è difficile trovare qualcosa se non si sa cosa cercare. (E anche vero che sono sorti migliaia di siti che indicizzano e/o recensiscono i contenuti dell'Apple Store, ma bisogna essere delle priovre per seguirli tutti).
Creare applicazioni, anche con gli strumenti gratuiti di Apple, è difficile e non si può fare una tantum. Occorre imparare a programmare in linguaggio Objective C e poi per programmare bene occorre farlo spesso. Quindi fare praticamente quello e nient'altro. Quindi occorre rivolgersi a dei programmatori ma, per esperienza personale, ho sempre trovato gente distratta e poco motivata. Oppure troppo costosa. Insomma collaborare è difficile e ognuno è ancora troppo geloso delle proprie competenze. In questo senso abbiamo tutti ancora molto da imparare.
Infine l'uso di iBook Author (che elimina il lavoro di programmazione) è limitato nel senso che i libri prodotti, se gratuiti possono essere diffusi ovunque, ma se vengono venduti possono esserlo solo attraverso iTunes e quindi versando la percentuale riconosciuta ad Apple (il che mi pare giusto, ma è comunque limitato.)
Tenete comunque presente che iBook (il programma gratuito con sui l'iPad legge gli Ebook) legge bene anche i PDF e si può creare un buon libro anche in questo formato, che è universale e leggibile ovunque: Mac, Windows,iOS, Android, Kindle ecc.
Un PDF può contenere immagini, video, animazioni, suoni ecc. Peccato che alcuni sistemi operativi (per esempio iOS di iPhone e iPad) non siano abbastanza evoluti da leggere interamente il PDF multimediale in questione. Ma magari con il tempo...

Un altro buon esempio (l'ho già detto e lo ripeto volentieri) è Narcissus
Che però, più che un Editore, è un fornitore di servizi editoriali. Con 4 euro fornisce un codice ISBN necessario per catalogare univocamente il libro nella rete di vendita; se richiesto fornisce attività di editing (impaginazione, creazione di copertine, conversione in Epub, ecc.) a prezzi modici e poi, soprattutto, provvede non solo a mettere in vendita il vostro libro su suo market (Ultimabook) ma anche su tutti i market (e sono tanti, ecco qui l'ultimo elenco aggiornato) con cui i gestori di Narcissus hanno stretto accordi di distribuzione.
Tra questi ci sono anche i colossi Amazon e la stessa Apple, per i quali Narcissus agisce in un certo senso come collettore o assemblatore, evitando all'Autore di spezzare la sua azione di vendita in troppi rivoli.
Per esempio ecco qui i miei titoli in vendita su UltimaBook , la libreria online di Narcissus.
E qui gli stessi titoli in vendita presso biblet.it (il market creato da Telecom) e ancora su mrEbook, un'altra libreria online. 

Il tutto fatto automaticamente da Narcissus che, evidentemente, alimenta un database concordato con tutta la rete di venditori. Insomma un bel risparmio di tempo per me autore, no? Questa secondo me è la vera carta vincente di Narcissus e il motivo per cui va consigliato vivamente.Di fatto agisce come Agente dell'Autore, piazzando i suoi prodotti ovunque è possibile e su luoghi che per noi Autori sarebbe molto difficile raggiungere.

(Narcissus non è il solo a fornire tali servizi. Ce ne sono anche altri, ma da un sondaggio recente del sito storiacontinua.it risulta che é considerato uno dei migliori per il self publishing. Date poi un'occhiata a chi sono gli altri e quali sono le valutazioni.)


Cliccate sull'immagine per ingrandirla


In cambio dei suoi servizi Narcissus vuole il 40 % del prezzo di copertina (Iva esclusa), lasciando all'autore il 60%.
Tuttavia è necessario tener presente che con il suo 40% Narcissus si paga il lavoro per la gestione del pagamento (vedi sopra) e, soprattutto, paga anche la percentuale da versare agli altri venditori. E' ovvio infatti che se il libro è venduto da Narcissus, questa si prende l'intero 40%, ma se viene venduto da amazon.it anche Amazon vorrà la sua percentuale sulla vendita (può essere il 20-25%? direi che è probabile) ecco dunque che a Narcissus resterebbe il 15-20%, il che mi pare molto ragionevole.

Cosa non trascurabile, far gestire la vendita da altri risparmia all'autore l'obbligo di aprire una partita IVA perchè chi riscuote (e ha l'oblligo della fattura) è Narcissus. Il quale poi verserà all'Autore i relativi diritti d'autore con il regime fiscale più semplice e immediato della ritenuta d'acconto.

Infine anche Narcissus consente il print on demand, cioè la possibilità di stampare un numero molto ridotto di copie dei vostri libri per venderli, regalarli o averne comunque delle copie cartacee.

Difetti di Narcissus:
Prima di tutto sono quelli dell'autopubblicazione in genere. Narcissus non seleziona le opere pubblicate, nel senso che non dà giudizi sul merito (che bello, finalmente uno che ci lascia fare!), ma solo sulla confezione. Quindi il lettore rischia di comprare qualcosa di cui nessuno garantisce la qualità. Ma questo succede anche il libreria, direi. Le recensioni che leggiamo nel libro stesso possono ingannare: quale oste direbbe che il suo vino non è buono? I concorsi letterari poi e le varie recensioni su giornale sono tutti più o meno controllati dagli Editori. In televisione poi, a parlare dei loro libri, ci vanno o no sempre gli stessi?

Un'altro difetto è, secondo me, la natura stessa del Business di Narcissus. Siccome la sua percentuale nelle vendite è abbastanza bassa (e non può essere più alta perchè stanno nascendo altri servizi simili, e la stessa Apple e Amazon riconoscono il 70% agli autori) ecco che per guadagnare qualcosa devono puntare sulla quantità.

Cosicchè anche il market di Narcissus è molto affollato e i nostri libri fanno fatica a venir fuori. Anche il sistema di indicizzazione della Home di Ultimabooks secondo me è limitato:
nella parte inferiore sono indicati gli “argomenti” dei libri, ma non sono tutti ben esposti. I fumetti, per esempio, non ci sono. C'è l'argomento “Fiction per Ragazzi” ma, se clicco, il sistema trova per esempio 1086 titoli, ma me ne mostra solo cinque o sei alla volta e devo scorrerli tutti per trovare i miei. Insomma se so cosa cercare, va bene (basta per esempio digitare “Pezzin” nel campo di ricerca) ma se vado a caso è ben difficile che escano proprio i miei titoli. Ma spero e sono sicuro che questo è un difetto relativo che verrà presto superato.

E' comunque evidente che ci vuole anche un proprio sito che funga da Catalogo della propria produzione e indirizzi i lettori verso il market e la pagina che contiene i propri libri. Per questo è nato Comics Bay, che metto volentieri a disposizione di chi voglia presentare anche le sue opere. Mettendosi insieme, infatti, si potrebbe dividere la fatica di pubblicizzare il sito, ottenendo vantaggi per tutti. Ma questa sarà materia per un altro post.
Intanto mi fermo qui e vi lascio riflettere...




9 commenti:

  1. Bellissimo post, grazie per le info e un caro saluto, Giorgio.
    Davide Cencini

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  2. Al momento Narcissus è il metodo migliore sul mercato, anche per i piccoli Editori. Con la Sogno Edizioni (per la quale curo la collana e-book "Collana 99") stiamo avendo ottimi risultati. Con le opere che pubblico direttamente tramite Narcissus ho ottenuto risultati impessabili, superando, in pochi mesi, i rultati che ho fatto sommando gli ultimi 4 anni di autoproduzione!

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  3. Ho aspettato un po' a rispondere perché volevo ben metabolizzare gli ultimi due post. Per quanto riguarda la statistica sull'editoria in formato cartaceo francese (penultimo post), non sono troppo dispiaciuto. Anche se, praticamente solo in formato cartaceo, i francesi sono avidi lettori di fumetti e ne comprano tantissimi. Non penso che con la diffusione di un supporto digitale le cose migliorino per noi. La pirateria informatica dilaga anche nel loro paese, e non sono assolutamente esterofili, figuriamoci con l'editoria italiana...

    L'analisi sui bonellidi, sui prodotti Apple e vari l'ho trovata utilissima, soprattutto per quella critica dura e propositiva che contraddistingue Giorgio Pezzin. Anche secondo me dovremmo tutti puntare su Narcissus: è un editore digitale giovane che si sta muovendo molto bene. Anch'io penso che già da adesso stia facendo la differenza.

    Ho aspettato a rispondere perché volevo riflettere a fondo sull'ultima parte del post. Io sarei molto contento di pubblicare su Comics Bay e vorrei che ci fosse una selezione dei prodotti. Sarei contento che tutti noi pubblicassimo e TUTTI noi leggessimo i nostri prodotti (anche solo qualche pagina) offrendo una valutazione sincera e una classifica. Avere una valutazione negativa non piace a nessuno ma all'esterno l'esperienza insegna che può essere lo stesso molto positiva. Quante Miss Italia (manifestazione che odio!)non si sono classificate tra le prime ma la vetrina ha permesso loro di affermarsi molto meglio delle stesse vincitrici?

    Ovviamente io pagherei felicemente una percentuale sugli utili (quantificherei un 20-30%)a Comics Bay per la vetrina e per dover dire di no in partenza a opere ciofecose...

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  4. Grazie per le tue riflessioni, preziosissime, anche per noi di Narcissus. Una precisazione, che forse "aggrava" ulteriormente i "difetti" di Narcissus che tu segnali: Amazon, così come Apple, così come la maggior parte degli store più rilevanti, non si accontenta del 20-25% come da te ipotizzato, ma vuole il 30%. Così che il margine che resta a Narcissus è del 10%.

    Dalla tua riflessione però mi sorge un'idea: a mio avviso Narcissus, proprio in quanto piattaforma di self-publishing, non può e non deve abdicare alla sua funzione di servizio, di abilitatore all'accesso sul mercato editoriale. Introdurre una qualsiasi forma di selezione da parte nostra significherebbe trasformarci in editori, mescolando le carte e in maniera poco chiara e onesta.
    Penso però che - seguendo il filo dei tuoi ragionamenti - possa esserci spazio per un servizio "Narcissus Premium", riservato a chi vuol fare sul serio il mestiere di autore, e per questo si "autoseleziona" dalla massa degli autopubblicati investendo un po' di più per ottenere servizi non più meramente "logistici", di produzione e distribuzione, ma anche servizi più avanzati e sofisticati, soprattutto nell'area della visibilità e della promozione, che sono quelle che tu giustamente segnali come le più critiche in ogni store. Ci pensiamo su, magari anche col tuo aiuto... grazie ancora!

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    1. Gentile Tombolini, vorrei ringraziarla per la sua sincerità nel dichiarare la percentuale percepita da Narcissus.
      Sono inoltre d'accordo che sia controproducente da parte vostra introdurre una selezione in perfetto stile editoriale. Toglierebbe, a mio modo di vedere, il vostro grandissimo punto di forza: riuscire a non essere invasivi nei confronti degli autori. Il non influenzare l'operato degli autori permette loro di poter scrivere nella massima libertà, e a mio avviso questo i lettori lo percepiscono. Una metodologia di selezione valida potrebbe essere quella che proponevo nel precedente post.

      Per quanto riguarda l'idea su un "Narcissus Premium" ci sarebbe qualche dubbio da sollevare, o meglio le due classiche provocazioni (a cui però non credo):
      1) Sarebbe bello dare una maggior vetrina a chi i soldini ce li ha perché è figlio di papà?
      2) La garanzia di un prodotto migliore dovrebbe essere data semplicemente da chi paga di più?

      Posso dirle che io la penso come lei, chi ci tiene veramente pubblicizza il proprio prodotto come lei ha sottolineato (per esperienza molti non ci credono già in partenza!). Non credo si stia parlando di grandi cifre (almeno lo spero per me!) e qualche euro si può investire per promuovere il proprio lavoro, al posto di spendere per baggianate... E potrebbe essere inoltre una piccola, ma importante, fonte di finanziamento per Narcissus.
      N.B. Il lavoro di Giorgio Pezzin è stato trainante per me e il sapere come opera Narcissus mi sta spingendo a scrivere il mio primo libro da pubblicare!!!

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  5. Ciao Peppe
    grazie per il tuo intervento. In effetti sono molto contento che il Signor Tombolini, di Narcissus, sia intervenuto su questo post. Lo ringrazio e gli dò un cordiale benvenuto. E' il segno evidente che i tempi sono cambiati, forse per sempre. La dimostrazione che la rivoluzione digitale sta portando la COLLABORAZIONE tra i vari (e nuovi) soggetti editoriali, che portano ognuno le loro capacità e sensibilità per costruire insieme qualcosa che vada nell'interesse di tutti. E' una bella differenza con il regime precedente. Mi riprometto di approfondire la questione in un prossimo post. Intanto invito chi ci legge a dire anche la propria opinione in merito perchè adesso non è più possibile stare zitti, se vogliamo costruire qualcosa che sia nell'interesse degli autori. Certo sarebbe bello se ci fosse un Editore bello e simpatico che anticipa i soldi per farci scrivere tranquilli, non si immischia e, se guadagna, divide il bottino generosamente. Temo che quei tempi siano finiti per sempre, se mai per qualcuno ci sono stati.

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  6. Innanzi tutto, grazie per le preziose informazioni che è possibile trovare in questa sede, seguo il blog da qualche mese e mi si è aperto un mondo!
    Vorrei segnalarvi il seguente articolo, molto interessante per l'argomento e-book con un approccio marketing e tanti esempi anche non fumettosi(penso la rivista sia gratis, almeno io non mi sono mai abbonata eppure la leggo lo stesso)
    http://www.rivistedigitali.com/Italia_grafica/2012/7?targetPagNum=025&searchTerms=
    saluti
    Matilde

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    Risposte
    1. Ciao Matilde
      grazie a te per il link, molto interessante. Saluti!

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