Ormai è noto il mio favore per l'autopubblicazione che ho intenzione di perseguire con determinazione. Tuttavia non voglio dare l'idea di essere del tutto contrario agli Editori. Voglio anzi citare alcuni buoni esempi e fare anche delle proposte, perchè sono convinto che tutte le critiche debbano essere costruttive e per dar loro maggior forza e credibilità sia necessario appunto proporre delle alternative.
Un Editore che vorrei è, per esempio, Bonelli Editore.
Da mia esperienza personale, anche se un po' datata, tutti gli autori sono collaboratori esterni, ma Bonelli versa buoni compensi ai suoi autori ai quali richiede una sorta di esclusiva in cambio però di una costante offerta di lavoro che consente a molti di vivere agevolmente. Attualmente le cose sono un po' cambiate a causa della crisi, ma Bonelli si è comunque sempre molto preoccupato di “sistemare gli autori”, redistribuendo le risorse e, a volte, inventando anche delle testate al solo scopo di tenerli occupati, magari in attesa di tempi migliori. In redazione sono sempre stati gentili e disponibili e con me, che ero giovincello e ingenuo, il buon Decio Canzio è stato addirittura “paterno”. Ho un grande e bellissimo ricordo di quegli anni!
Alcuni autori possono mettersi insieme e proporre una serie: se Bonelli la ritiene buona la fa propria stabilendo un compenso fin dall'inizio per gli autori e organizzando la produzione in grande stile, magari affiancando altri autori se necessario per poter alimentare una pubblicazione regolare e cadenzata. E' successo così, per esempio e ai miei tempi, per Dylan Dog di Sclavi e per Martin Mystere di Castelli. La serie rimane in titolo agli autori originari che possono “subappaltare” disegni o sceneggiature ad altri, mantenendone il controllo e percependo una parte dei compensi che dividono con i “subappaltatori”.
In caso di ripubblicazione, ai miei tempi (e credo anche adesso) Bonelli pagava come diritti d'autore una notevole percentuale del compenso pagato all'origine per la prima produzione. Anche qui ho ottimi ricordi.
I difetti di Bonelli, a mio parere, sono: La produzione limitata come genere che continua a previlegiare un certo tipo di pubblico affezionato. Se uno non è nelle corde di tale produzione è meglio
non farsi avanti. D'altra parte tentativi in altre direzioni non hanno avuto successo e la crisi del settore ora consiglia molta prudenza.
A causa della crisi molte testate sono state chiuse e il lavoro disponibile ridistribuito tra gli autori già acquisiti, per cui c'è poco spazio per nuove entrate. Lo schema delle storie e della pagina è rigido; è ancora tutto in bianco e nero e l'argomento digitale è ancora tutto da esplorare. Inoltre il buon Sergio Bonelli non c'è più e molti equilibri interni alla casa editrice (che ormai è molto grande e complessa) sono da ricostruire.
Apple è un altro Editore che vorrei.
Iscrivendosi al programma Developer e pagando circa 70 euro all'anno, si possono scaricare circa 4,5 Gb di programmi e manuali necessari e sufficienti per programmare applicazioni per Mac, iPad e iPhone. Le istruzioni e la manualistica (in inglese) gratuiti a disposizione degli autori-programmatori è impressionante. Inoltre si ha diritto all'Hosting dei propri prodotti sui server di iTunes, il market predisposto da Apple per vendere i prodotti di tutti su tutti i mercati del mondo. Per chi scrivesse musica e componesse canzoni, iTunes vende anche i loro dischi, ovviamente.
Chiunque può farsi avanti e l'ingresso nel sistema Apple è immediato e tutto online. non serve essere parenti di qualcuno o farsi “presentare” da qualcun altro.
Certo bisogna imparare e darsi da fare, ma ultimamente Apple ha anche messo a disposizione degli autori un programma gratuito, iBooks Author, che consente di creare facilmente un libro digitale illustrato e di diffonderlo. Per usarlo occorre avere un Mac aggiornato a Lion.
Su ogni app venduta, Apple versa circa il 70% all'autore e trattiene per sé il 30% che però comprende le spese per la gestione dei pagamenti, anzi dei micropagamenti, che com'è intuibile sarebbero antieconomici per chiunque agisse da solo.
Tanto per fare un esempio, per transazioni tra 0 e 2500 euro, Paypal vuole il 3,5% dell'importo più 0,35 Euro fissi.
Cioè su una vendita di un libro a 0,99 Euro la percentuale da versare a Paypal (che, sia chiaro, fornisce secondo me un ottimo servizio) sarebbe di 0,35 (fissi) + 0,034, cioè 0,384 Euro che rappresenta quindi quasi il 39% del prezzo di vendita.
(Dai famosi 0,99 euro poi dovremmo togliere il 21% di IVA.)
Si capisce quindi che Apple, con il suo 30% è più che onesta, se pensiamo che in esso è compreso, oltre che la gestione del pagamento, appunto, anche la gestione dei mostruosi server (ultimo investimento 1 miliardo di dollari) necessari per alimentare iTunes.
Inoltre non è che Apple pubblica e basta. Il suo personale controlla e verifica ogni prodotto e, se è il caso (a me è successo) indica con dettagliate email le cose da fare per rimediare agli errori. Qualcuno dice che questa “ingerenza” di Apple è negativa. A me pare tutto sommato ragionevole e necessaria per mantenere una produzione di qualità e una linea editoriale coerente con quanto promesso.
I difetti di Apple, secondo me, sono i seguenti:
L'Apple Store è enorme e contiene ormai centinaia di migliaia di prodotti (Applicazioni, Ebook, Canzoni, Audiolibri, ecc.). Inoltre lo store è , secondo me, indicizzato male ed è difficile trovare qualcosa se non si sa cosa cercare. (E anche vero che sono sorti migliaia di siti che indicizzano e/o recensiscono i contenuti dell'Apple Store, ma bisogna essere delle priovre per seguirli tutti).
Creare applicazioni, anche con gli strumenti gratuiti di Apple, è difficile e non si può fare una tantum. Occorre imparare a programmare in linguaggio Objective C e poi per programmare bene occorre farlo spesso. Quindi fare praticamente quello e nient'altro. Quindi occorre rivolgersi a dei programmatori ma, per esperienza personale, ho sempre trovato gente distratta e poco motivata. Oppure troppo costosa. Insomma collaborare è difficile e ognuno è ancora troppo geloso delle proprie competenze. In questo senso abbiamo tutti ancora molto da imparare.
Infine l'uso di iBook Author (che elimina il lavoro di programmazione) è limitato nel senso che i libri prodotti, se gratuiti possono essere diffusi ovunque, ma se vengono venduti possono esserlo solo attraverso iTunes e quindi versando la percentuale riconosciuta ad Apple (il che mi pare giusto, ma è comunque limitato.)
Tenete comunque presente che iBook (il programma gratuito con sui l'iPad legge gli Ebook) legge bene anche i PDF e si può creare un buon libro anche in questo formato, che è universale e leggibile ovunque: Mac, Windows,iOS, Android, Kindle ecc.
Un PDF può contenere immagini, video, animazioni, suoni ecc. Peccato che alcuni sistemi operativi (per esempio iOS di iPhone e iPad) non siano abbastanza evoluti da leggere interamente il PDF multimediale in questione. Ma magari con il tempo...
Un altro buon esempio (l'ho già detto e lo ripeto volentieri) è Narcissus
Che però, più che un Editore, è un fornitore di servizi editoriali. Con 4 euro fornisce un codice ISBN necessario per catalogare univocamente il libro nella rete di vendita; se richiesto fornisce attività di editing (impaginazione, creazione di copertine, conversione in Epub, ecc.) a prezzi modici e poi, soprattutto, provvede non solo a mettere in vendita il vostro libro su suo market (Ultimabook) ma anche su tutti i market (e sono tanti,
ecco qui l'ultimo elenco aggiornato) con cui i gestori di Narcissus hanno stretto accordi di distribuzione.
Tra questi ci sono anche i colossi Amazon e la stessa Apple, per i quali Narcissus agisce in un certo senso come collettore o assemblatore, evitando all'Autore di spezzare la sua azione di vendita in troppi rivoli.
Per esempio ecco qui i miei titoli in vendita su
UltimaBook , la libreria online di Narcissus.
E qui
gli stessi titoli in vendita presso
biblet.it (il market creato da Telecom) e ancora su
mrEbook, un'altra libreria online.
Il tutto fatto automaticamente da Narcissus che, evidentemente, alimenta un database concordato con tutta la rete di venditori. Insomma un bel risparmio di tempo per me autore, no? Questa secondo me è la vera carta vincente di Narcissus e il motivo per cui va consigliato vivamente.Di fatto agisce come Agente dell'Autore, piazzando i suoi prodotti ovunque è possibile e su luoghi che per noi Autori sarebbe molto difficile raggiungere.
(Narcissus non è il solo a fornire tali servizi. Ce ne sono anche altri, ma da un sondaggio recente del sito storiacontinua.it risulta che é considerato uno dei migliori per il self publishing. Date poi un'occhiata a chi sono gli altri e quali sono le valutazioni.)
Cliccate sull'immagine per ingrandirla
In cambio dei suoi servizi Narcissus vuole il 40 % del prezzo di copertina (Iva esclusa), lasciando all'autore il 60%.
Tuttavia è necessario tener presente che con il suo 40% Narcissus si paga il lavoro per la gestione del pagamento (vedi sopra) e, soprattutto, paga anche la percentuale da versare agli altri venditori. E' ovvio infatti che se il libro è venduto da Narcissus, questa si prende l'intero 40%, ma se viene venduto da amazon.it anche Amazon vorrà la sua percentuale sulla vendita (può essere il 20-25%? direi che è probabile) ecco dunque che a Narcissus resterebbe il 15-20%, il che mi pare molto ragionevole.
Cosa non trascurabile, far gestire la vendita da altri risparmia all'autore l'obbligo di aprire una partita IVA perchè chi riscuote (e ha l'oblligo della fattura) è Narcissus. Il quale poi verserà all'Autore i relativi diritti d'autore con il regime fiscale più semplice e immediato della ritenuta d'acconto.
Infine anche Narcissus consente il print on demand, cioè la possibilità di stampare un numero molto ridotto di copie dei vostri libri per venderli, regalarli o averne comunque delle copie cartacee.
Difetti di Narcissus:
Prima di tutto sono quelli dell'autopubblicazione in genere. Narcissus non seleziona le opere pubblicate, nel senso che non dà giudizi sul merito (che bello, finalmente uno che ci lascia fare!), ma solo sulla confezione. Quindi il lettore rischia di comprare qualcosa di cui nessuno garantisce la qualità. Ma questo succede anche il libreria, direi. Le recensioni che leggiamo nel libro stesso possono ingannare: quale oste direbbe che il suo vino non è buono? I concorsi letterari poi e le varie recensioni su giornale sono tutti più o meno controllati dagli Editori. In televisione poi, a parlare dei loro libri, ci vanno o no sempre gli stessi?
Un'altro difetto è, secondo me, la natura stessa del Business di Narcissus. Siccome la sua percentuale nelle vendite è abbastanza bassa (e non può essere più alta perchè stanno nascendo altri servizi simili, e la stessa Apple e Amazon riconoscono il 70% agli autori) ecco che per guadagnare qualcosa devono puntare sulla quantità.
Cosicchè anche il market di Narcissus è molto affollato e i nostri libri fanno fatica a venir fuori. Anche il sistema di indicizzazione della Home di Ultimabooks secondo me è limitato:
nella parte inferiore sono indicati gli “argomenti” dei libri, ma non sono tutti ben esposti. I fumetti, per esempio, non ci sono. C'è l'argomento “Fiction per Ragazzi” ma, se clicco, il sistema trova per esempio 1086 titoli, ma me ne mostra solo cinque o sei alla volta e devo scorrerli tutti per trovare i miei. Insomma se so cosa cercare, va bene (basta per esempio digitare “Pezzin” nel campo di ricerca) ma se vado a caso è ben difficile che escano proprio i miei titoli. Ma spero e sono sicuro che questo è un difetto relativo che verrà presto superato.
E' comunque evidente che ci vuole anche un proprio sito che funga da Catalogo della propria produzione e indirizzi i lettori verso il market e la pagina che contiene i propri libri. Per questo è nato Comics Bay, che metto volentieri a disposizione di chi voglia presentare anche le sue opere. Mettendosi insieme, infatti, si potrebbe dividere la fatica di pubblicizzare il sito, ottenendo vantaggi per tutti. Ma questa sarà materia per un altro post.
Intanto mi fermo qui e vi lascio riflettere...