Un articolo del sito
L'Antro Atomico parla in modo molto interessante dei dati di vendita dei fumetti negli Stati Uniti in confronto con le vendite in Italia.
Scopriamo che le vendite dei fumetti americani, soprattutto supereroistici, sono per la maggior parte irrisorie. Roba da giornaletti parrocchiali, con l'assurdità aggiuntiva di spalmare le poche vendite su un numero incredibile di testate con tutte le spese conseguenti di stampa, distribuzione, ecc.
Scopriamo che le 200.000 copie di Tex (pur misere rispetto ad un passato che le vedeva tre volte superiori) sono un fenomeno rispetto alle miserabili vendite americane.
A mia volta posso testimoniare che anche in altri settori é così: per esempio, occupandomi io di modellismo e avendo un amico che produce miniature di piombo da collezione, lui mi diceva che il mercato americano gli assorbiva poche centinaia di articoli all'anno, in confronto alle migliaia del mercato italiano e quello europeo in genere.
Se anche per altri articoli é così c'è da chiedersi cosa comprino gli americani.
In ogni caso questo ci mette il cuore in pace se pensavamo che tradurre i nostri fumetti in inglese aprisse per noi un orizzonte di vendite sconfinate! Sembra che non sia così, mentre sembra che il mercato italiano dei fumetti sia uno dei più validi nonostante tutto. Anche nel nord Europa (fonte Cavazzano che lavora per i danesi e ha anche molti estimatori in Finlandia) si comprano pochi fumetti e quelli che ci sono fanno inorridire. Ho visto io stesso una rivista di fumetti per ragazzi dove pubblicavano circa 20 storie alla settimana... una pagina alla volta per numero! Una cosa demenziale.
Quindi mettiamoci il cuore in pace, consoliamoci e, soprattutto, diamoci da fare con il mercato che abbiamo.
Sembra che, almeno all'estero, con i libri sia diverso. Anche questa è una possibilità.