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lunedì 24 settembre 2012

L'Editore che vorrei 2 - Facciamo come i francesi e...

Segnalo qui l'ottimo sistema adottato dagli editori francesi per gustare i fumetti digitali legalmente e ad un prezzo più che ragionevole. Su http://www.izneo.com/ potete leggere i classici cartonati "affittandoli" per 10 giorni a 1,99 Euro e acquistandoli per 4,99 Euro, o prezzi simili.
Se poi vi piacciono davvero tanto, potete acquistare in fumetteria oppure online la copia cartacea.
Ovviamente serve uno schermo grande per goderli per bene.
Io, per esempio, uso uno schermo orientabile in verticale (pivot) che mi fa vedere le tavole in formato A3 e vi assicuro che sono entusiasmanti.
Su un tablet, purtroppo, le tavole a quattro strisce sono troppo piccole e per leggere bene il testo occorre ingrandire.
Izneo dovrebbe fare come ho fatto io, tagliando le tavole in due e rimontandole a due strisce. Allora sarebbero visibili perfettamente su un tablet orizzontale o su un PC portatile. Se poi fossero prodotte vignetta per vignetta, sarebbero godibili anche su un iPhone.

Comunque l'offerta di ottimi fumetti e veramente abbondante e con il digitale si abbatte anche il prezzo che, per i cartonati francesi, a volte è un po' eccessivo.





A quando un sistema simile per i fumetti Italiani?


Questo per introdurre il discorso dell'Editore che vorrei (2):

Il sistema (alternativo o insieme a quello classico della vendita degli ebook, come quello attraverso Narcissus) sarebbe ottimale per un Editore che, liberato dall'onere della stampa e della distribuzione, potrebbe investire il suo denaro finanziando bravi autori e spingendoli a creare le grandi storie di cui gli autori italiani sono capaci (tanto che molti vanno a lavorare appunto in Francia, terra di grandi fumetti e soprattutto di molti lettori).

Vogliamo mettere giù un accordo tipo e anche dei numeri, così tanto per fantasticare?

Allora diciamo 90 Euro a Tavola per il disegnatore e 30 per lo sceneggiatore pagati dall'editore alla consegna della storia ( o per stati di avanzamento), + il 50 % dei ricavi netti fino al raggiungimento dei
150 Euro a tavola per il disegnatore e 50 Euro per lo sceneggiatore.
Per ogni ulteriore ricavo sempre il 50% per gli autori (stavolta divisi equamente 25% per uno) e tutto il resto (cioè l'altro 50%)  all'Editore, e questo per sempre, dividendo sempre a metà anche le spese di promozione e di una eventuale traduzione (concordate insieme).

Ovviamente i prezzi potrebbero variare anche a seconda della qualità degli Autori, ma secondo me solo in salita, non al ribasso, perchè un buon disegnatore non può realizzare più di 10-12 tavole al mese e uno "stipendio" minimo per vivere è ineludibile.

In questo modo gli Autori rischiano una parte del loro lavoro, lavorando all'inizio sottopagati, ma comunque con un minimo per sopravvivere.
L'Editore rischia i soldi del prefinanziamento, ma la spesa iniziale è più bassa e, non dovendo poi pagare stampa e distribuzione, tutti i soldi vanno al prodotto e alla qualità.
Tutti e tre, Editore e Autori, si occuperanno della promozione, avendo interessi che l'opera venga venduta il più possibile per aumentare i loro guadagni.

Con queste condizioni l'Editore avrebbe il diritto di selezionare i suoi Autori e di dire anche il suo parere sulle storie. Dal canto loro gli Autori possono contare su un introito costante che consentirebbe di vivere mentre producono. Sarebbe una vera collaborazione, basata sulla divisione dei ruoli, dei rischi e dei proventi. Ovviamente sarebbero comuni anche i sistemi di controllo delle vendite.

Se un autore non vuole nessuna intromissione o selezione, può sempre fare tutto da solo, ma allora non avrebbe diritto ad alcun finanziamento iniziale e sarebbe totalmente libero.

Ovviamente la stessa cosa si potrebbe fare per le opere letterarie seriali (quelle cioè prodotte da autori professionisti, che non scrivono un libro ogni tanto, per hobby, ma producono a tempo pieno, come succede per i disegnatori di fumetti). Penso per esempio ad una serie tipo I Gialli Mondadori; o le avventure romanzate di Diabolik, ecc.
L'Editore commissiona un libro all'Autore pagandoglielo una cifra bassa - diciamo 1000 Euro - che è considerato un anticipo non restituibile sui proventi futuri, e poi i due "soci" si dividono al 50% i proventi futuri delle vendite, al netto delle spese per la promozione.

All'inizio l'Autore-scrittore dovrebbe vivere veramente con poco, considerando il tempo che ci vuole per scrivere un buon libro, ma poi, man mano che crescono le vendite e il numero di libri prodotti, i Diritti d'Autore dovrebbero integrare gli anticipi dell'editore, arrivando, se i libri avessero successo, a compensi equi e ragionevoli.

Se i libri o i fumetti non funzionano, invece, ovviamente si smette e si cambia genere o mestiere.
In tal caso l'Editore ci rimetterebbe i suoi soldi (o una parte) e l'Autore la parte di lavoro non pagata.

Insomma, proprio grazie al digitale, che ci risparmia i costi ormai assurdi della stampa cartacea e soprattutto della distribuzione (basta pensare al prezzo della benzina), c'è spazio per un sacco di Start-Up editoriali e di aspiranti Editori che dispongano di un piccolo capitale da investire. Lo farei anch'io se lo avessi e anzi, se qualcuno vuole contattarmi in proposito, sarei lieto di associarmi e mettere sul piatto ComicsBay, considerando che sono anche un Autore.

Certo, con un sistema simile dove tutti lavorerebbero "all'osso" per così dire, non ci sarebbe spazio per Direttori o Redattori strapagati, con segretarie mignotte da sollazzare a champagne. Anzi, lavorando tutti telematicamente, non servirebbe neanche una redazione.
E, cosa non da poco, anche i lettori avrebbero i loro vantaggi, disponendo di un'offerta di qualità e ad un prezzo vantaggioso. Basterebbe vendere 5000 copie al mese per pareggiare le spese, a differenza delle 40.000 necessarie per la stampa cartacea.

Secondo me, così non sarebbe male e con (relativamente) poco denaro iniziale si potrebbe creare un buon circolo virtuoso. Voi che ne dite?
Forza, Editori spaventati dalle nuove tecnologie, coraggio!







4 commenti:

  1. La prima parte dell’articolo è interessante, è importante sapere come si evolve il sistema dei cugini d’oltralpe. Però questa volta non mi trovo affatto d’accordo con la proposta di Pezzin di come pagare gli autori. Premetto che il mio primo libro lo pubblicherò su Narcissus e, se dovesse incontrare il gusto di Pezzin, vorrei che venisse pubblicato/pubblicizzato su Comics Bay. Anche a me piacerebbe essere incoraggiato per le mie opere in anticipo, e nelle condizioni economiche in cui mi trovo sarebbe una risorsa di non poco conto.

    Ma per almeno tre motivi trovo controproducente quest’ultima proposta di Pezzin, prendo come esempio Narcissus come editore:

    1) vorrei che Narcissus continuasse a fare l’editore così come lo sta facendo. Senza entrare nelle parti, senza fare differenze tra gli autori, senza essere in alcun modo invasivo. Se ci mette dei soldi dovrà necessariamente fare delle differenze tra un’opera e un’altra. Se ha investito sul prodotto che vende va tutto bene ma se questo non dovesse succedere, ripartirebbe l’inferno per tutti gli autori anche nel digitale;

    2) sapere che l’editore paga anticipatamente può innescare il meccanismo del: più produco più guadagno. Le forze vengono concentrate nel produrre il più possibile, sbattendosene della promozione del proprio prodotto e scaricandone le incombenze all’editore. Tutti i disegnatori professionisti che conosco si sono… sempre comportati così, almeno;

    3) se Narcissus dovesse preoccuparsi di selezionare le opere migliori per finanziarle sarebbe impensabile che qualche persona riuscisse a leggere centinaia di opere ogni mese. Si dovrebbe rivolgere a qualcun altro e assoldare un plotone di Direttori, Redattori strapagati, con segretarie ecc. ecc.

    Chiedo espressamente un’opinione al sig. Tombolini se si trovasse a leggere questo post. Pezzin ha aperto un dibattito su un argomento di basilare importanza per tutti noi autori. Soprattutto per chi, come me, sta entrando in questo mondo nuovo e inesplorato.

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  2. Ciao Peppe
    non ho detto che Narcissus dovrebbe diventare editore in senso classico. Narcissus deve continuare a fare quello che fa, anche perchè lo fa ANCHE per gli Editori classici che si appoggiano a lui per la distribuzione.
    Il mio appello era rivolto a coloro che magari fanno già gli editori (o vogliono diventarlo), hanno una loro rete di distribuzione a cui possono proporre cose nuove o studiate ad hoc, e hanno bisogno di autori seri e capaci per produrle.
    Ribadisco però che editori seri hanno bisogno di autori seri... e non c'è che ce ne siano proprio tanti in giro. Per esperienza personale, mi sono trovato di fronte decine di ragazzi motivatissimi, bravissimi, espertissimi, che però, quando dovevano lavorare sul serio sono svaniti come neve al sole.
    Dico quindi che, siccome gli autori devono vivere per produrre e non potrebbero sempre produrre al buio sperando in un guadagno futuro, la figura dell'editore finanziatore è ancora salutare e benvenuta, quando anche lui abbia voglia di lavorare e non di dominare, una linea editoriale già collaudata e lettori che si fidano di lui.
    Ovviamente essendo cambiate le condizioni generali in cui si svolge il rapporto di lavoro, questo andrebbe visto come ho indicato nel post. Ma è solo la mia opinione, ovviamente.

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    1. Ciao Giorgio,

      grazie per avere risposto al mio post. Sono molto contento che tu abbia sottolineato che “Narcissus deve continuare a fare quello che fa” e che gli il tuo appello fosse rivolto a “coloro che magari fanno già gli editori (o vogliono diventarlo)” ma il problema resta comunque.
      È proprio vero che editori seri hanno bisogno di autori seri (e viceversa). I miei dubbi scaturiscono proprio da questa frase. Troppe volte gli editori in Italia hanno cavalcato l’onda investendo ingenti capitali per progetti inconsistenti abbagliati dalla bravura di un autore. Quanti sono i disegnatori pagati in anticipo che poi sono andati all’estero una volta che si sono fatti un nome? Hanno prodotto 2-3 volumi di 7 e… ciao! E quanti sono gli editori che guardano con i paraocchi pensando che sia sufficiente investire su un grande nome per vedersi la strada spianata verso le praterie dei verdoni? Parecchie volte è un progetto senza né capo né coda, un catorcio alle grandi manovre.
      Quindi ci deve essere rispetto e grande impegno da tutte e due le parti.
      In questo momento ci stiamo giocando tutti una grande partita contro l’editoria cartacea. È solo questione di tempo ma il digitale la vincerà (basta guardare cosa sta succedendo negli altri paesi). Se qualcuno investe bene su persone motivate si ritroverà con qualche soldino in più. Motivazione e tranquillità economica sono imprescindibili È la prima partita e se ce la giochiamo bene gli spettatori saranno contenti di pagare il prossimo biglietto e soprattutto porteranno le loro famiglie e i loro amici per divertirsi insieme. Sappiamo che da sempre è così, e che le prime partite sono quelle che rimangono più impresse nella mente.

      Rinnovo sempre l’invito agli editori di Narcissus a dire la propria in questo blog. Per me è fantastico che si instauri un rapporto basato sul reciproco rispetto e sulla divisione delle mansioni. Sembra di tornare negli anni ’50-’70 o almeno questo è quello che mi raccontano…

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