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sabato 19 maggio 2012

Paperinik e le tasse rapinatorie - Doverosa precisazione

Con mia grande soddisfazione, in questi giorni sta girando per il web la citazione di una mia storia : Paperinik e le tasse rapinatorie, pubblicata su Topolino n. 1956 del maggio 1993 e disegnata dall'ottimo Corrado Mastantuono.
Ringrazio tutti quelli che me l'hanno segnalata e hanno contribuito a diffondere il suo messaggio.
La storia mostra una grossa analogia con quello che accade ai giorni nostri: dovendo recuperare attraverso il fisco il denaro necessario al funzionamento del Comune di Paperopoli ( e anche quello necessario ai suoi privilegi, in particolare la nuova moquette del suo studio) il Sindaco non ha il coraggio di rivolgersi direttamente ai cittadini e così ha l'idea di rivolgersi ad un gruppo di TECNICI che dovranno spremere la gente al suo posto, prendendosi tutta l'impopolarità.





Vengono quindi assoldati tre esperti fiscali internazionali particolarmente feroci: Anatoly Spremitaskin,
John Mac Impost e Sergey Usurayovich. La banda Bassotti, però, intercetta i tre in arrivo all'aeroporto e si sostituisce a loro, forti del fatto che nessuno li conosce di persona.
Presentandosi quindi al sindaco travestiti da esperti, i tre bassotti cominciano a spremere i paperopolesi con tasse di ogni tipo (sull'età, sulle vacanze, sul calore aggiunto, sulle tasse pagate, ecc.) con l'idea di rapinare legalmente i paperopolesi e poi, alla fine, scappare con il malloppo.
L'intervento di Paperinik (che rischia di venir tassato sulla refurtiva recuperata) risolve il caso e smaschera i bassotti che, comunque, stavano soccombendo ad una rivolta dei cittadini esasperati.
Alla fine i tre esperti fiscali liberati da Paperinik, rendendosi conto di non poter spremere più di tanto i cittadini,  se la prenderanno proprio con lui colpendolo con una tassa sulle imprese eroiche.
In fondo essere un eroe mascherato è un privilegio... quindi perchè no?
Una storia tutto sommato simpatica, disegnata molto bene da Mastantuono (non era facile; ci sono molte scene di massa, molti personaggi secondari, molte vignette complicate) che quindi oggi scriverei tecnicamente in modo diverso ma anche con un contenuto molto più cattivo.

Precisazioni
Dai commenti che leggo in rete, però, mi accorgo che è necessaria una precisazione per chi non è esperto di cose Disney: queste storie NON sono ispirate da Disney o dalla dirigenza Disney in generale. Sono create e inventate esclusivamente dagli autori italiani della Disney che le propongono di loro iniziativa alla Direzione e vengono pagati solo se sono accettate e pubblicate. La precarietà nel mondo del fumetto è sempre stata totale e quello che dico vale per me e anche per tutti i miei colleghi che hanno lavorato per anni creando la fama del Topolino.

Addirittura spesso occorre insistere perchè certe storie vengano approvate e pubblicate senza eccessive modifiche. Quindi quando hanno successo e vengono apprezzate dal pubblico, il merito è in gran parte degli autori e poi, eventualmente, del direttore che a suo tempo l'aveva approvata. In questo caso si tratta di Gaudenzio Capelli, uno dei migliori Direttori che abbia avuto il Topolino e che aveva sempre come primo obiettivo quello di valorizzare e mettere a proprio agio gli autori.

(Sembrerebbe una cosa ovvia per uno che "dirige". Invece sappiamo tutti come nei luoghi di lavoro la prima occupazione dei capi sembri quella di rompere i c.......i a quelli che lavorano, quasi per far loro dispetto. In realtà sappiamo tutti che, essendo molti capi inutili se non dannosi e spesso messi al loro posto solo da raccomandazioni o altri sordidi motivi, le loro angherie servono solo a far notare la loro presenza e a giustificare a se stessi il loro stipendio. Infatti spesso, quando se ne vanno o vengono cacciati o comunque il loro ufficio viene chiuso, non se ne accorge nessuno e magari l'azienda va pure meglio.)

A proposito di insistenze posso citare un caso esemplare capitato proprio a me: nel settembre 2002 sul Topolino n. 2440 venne pubblicata la mia storia " ZIo Paperone e la New economy" dove prendevo in giro  e soprattutto spiegavo, in chiave paperopolese, la famosa bolla di internet che, dopo una crescita prodigiosa in borsa per il miraggio delle nuove tecnologie, scoppiò con gran fragore mettendo molti col sedere per terra.
(La storia in breve: Paperone è spiazzato dall'ascesa dei nuovi ricchi, ragazzini prodigio dell'informatica, che nei loro garage hanno creato imperi miliardari con le nuove tecnologie. Così, aiutato dai nipotini che gli spiegano come va il mondo, si lancia anche lui nelle dot.com creando siti di e-commerce e finanziando ogni sorta di start-up creando traffico internet a manetta. Rockerduk lo segue per non essere da meno. Ma presto Paperone si accorge che il traffico non è tutto e che queste imprese virtuali sono in realtà bolle d'aria senza sostanza. Così, prima che tutto crolli, Paperone torna alle cose reali di una volta, dando a internet il suo giusto valore di nuovo mezzo di informazione, cioè di "mezzo" piuttosto che di "fine" e lasciando la patata bollente in mano a Rockerduck.)

Ebbene la storia ebbe un grande successo tanto da venire citata da diversi quotidiani tra i quali la testata Il Resto del Carlino , con un bell'articolo di Antonio Grimaldi del 3 settembre 2002.
In quell'articolo l'allora direttrice Claretta Muci dichiarò:

«Fa parte della nostra linea editoriale scegliere delle storie attuali, che insegnino qualcosa ai più piccoli e magari chiariscano determinati concetti agli adulti. La storia sceneggiata da Pezzin, che è un esperto di Internet, ne è un tipico esempio, ma già in passato avevamo affrontato tematiche economiche e tecnologiche, dal mondo della posta elettronica alla diffusione dell'euro. E sicuramente non ci fermeremo qui».

Ebbene, Claretta Muci in realtà non voleva farmi scrivere quella storia e io dovetti insistere perchè lo facesse, convincendola che era un argomento attuale e interessante. Lei finalmente si lasciò convincere e più tardi mi girò una mail di una collega dirigente di Topolino che le aveva confessato di aver capito finalmente cos'era stata questa new economy proprio grazie alla storia di Topolino.
Così va il mondo.

Seconda precisazione.
Alla fine della storia sulle tasse rapinatorie, Paperinik, che aveva salvato la situazione, finisce tartassato a sua volta. Lo stesso succederà a Monti, credo, anche se grazie al nostro Presidente, potrà godersi la pensione da senatore a vita, scrivere libri che potrà presentare e pubblicizzare nella nostra TV pubblica e partecipare (a gettone) a migliaia di talk show e tavole rotonde, quadre e triangolari gestite dal Grande Giornalista di turno, strapagato e Scrittore lui stesso.
Il mondo del fumetto è una cosa diversa, naturalmente. Lì decine di bravi autori amati dal loro pubblico possono venire cacciati senza spiegazioni (e senza preavviso alcuno, semplicemente non chiamandoli più o non rispondendo alle loro email, anche dopo anni, decenni di collaborazione) e ovviamente senza soldi, senza esodi, cassa integrazione, liquidazioni, aiutini vari, senza lavoro e senza neanche una parola, tanto da spingerne molti alla depressione e qualcuno, forse, anche al suicidio.
Aah, il magico mondo del fumetto!


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